LA VERA STORIA DELLE FATE ( DA LEGGERE TUTTO)

Ci si è interrogati spesso sull’etimologia del termine FATA. Di certo sappiamo che il loro nome dimostra la loro antichità; a tal punto da poter immaginare che la parola latina “Fatum o Fato” (destino) sia all’origine di questo nome. Questo nome venne dato alle Parche che secondo i greci, era la trinità femminile (Tria fatae ) padrona del destino umano. I loro simboli erano il fuso e la molinella con cui si immaginava che tessessero la rama del tempo. Vi sono poi le corrispettive gallesi chiamate Daohine Shide che significa “gente delle colline”. Celtiche o addirittura panceltiche, sono le Bancshee che con i loro striduli e lamenti annunciavano in tutto il mondo pagano l’avvento di disgrazie. Nel periodo medioevale, l’attribuzione di Fata, stava anche a sottolineare il “carattere selvatico di certe donne” spesso associata al culto delle acque, delle sorgenti o delle grotte. La presenza “materna” di queste figure eteree spesso rappresentazione di spiriti elementari, si trovano anche in Asia nell’antica Persia dove, le “Peri” erano raffigurate con ali colorate che si nutrono del profumo dei fiori e si rivestono di raggi di sole. Vi sono poi le fate slave, come la Fatit albanese che volava a cavallo di farfalle e, tre giorni dopo la nascita di un bambino, si ritrovavano attorno a lui per deciderne se la sua vita sarebbe stata fortunata o carica di sventure. Lo stesso significato era dato alle “Vile” bosniache o croate. Spostandosi verso Nord, ecco Madama Holda (detta anche comunemente Holle), una fata tedesca arcigna e brutta che però regalava ai neonati la buona o cattiva sorte. Le tradizioni poi di tutta Europa si sono continuamente arricchite di mitologia grazie alla continua interpretazione di questi miti ancestrali che hanno da sempre accompagnato la civiltà umana. Sta di fatto che, la fata è uno spirito della Natura,inteso come l’incarnazione di una forza benevola e malevola che ha poi dato libero arbitrio delle più tardive streghe. Tra tutte, annoveriamo qui una breve guida fatata per meglio conoscere quelle fate di casa nostra, tanto comuni quanto impossibili da vedere per chi non conosce il significato ed il valore della loro storia. Non chiedeteci però se questi esseri esistono o meno; non vi daremo una risposta certa, perché il loro valore è insito in quella concentrazione di cultura e significati che rende reale la loro presenza anche per coloro che sono diffidenti per natura. Diciamo da subito che nessuna parola sarà mai sufficientemente esaustiva per definire quelle creature selvatiche dei boschi che amano mantenere quell’alone di mistero, tanto quanto il mondo naturale che le ospita. Non intendiamo portare la questione su un piano esoterico; ma se di magia naturale vogliamo parlare, allora il vostro sarà uno sforzo per meglio capire l’origine culturale delle fate. Non intendiamo rivelare per questo nessun segreto di quel misterioso mondo delle fate, che non sia già conosciuto dagli uomini che imparano più dai boschi che nei libri; laddove ognuno di noi può perdersi o ritrovarsi. ANTOLOGIA MAGICA: Il chi , dove, quando delle Fate nel mondo. FENETTES: vivono presso il lago di Lemano in Svizzera VILY : vivono tra i boschi e laghi dei paesi slavi FADE: sono venete e meglio ancora vicentine. Il loro è un carattere sospettoso sebbene appaiano agli uomini con un aspetto alquanto suadente. VIVENE: abitano tra i monti del Trentino e insegnano alle donne come diventare più belle. SALIGHE: trentine e dell’Alto Adige aiutano le fanciulle a prepararsi il corredo o per curare i malati con le erbe selvatiche. DIALE: fate delle Alpi Leopontine che abitano in caverne piene di tesori. GROGACH: amatissima dai pastori e contadini irlandesi fa la guardia al bestiame. HULDRA: fate scandinave che proteggono gli animali e il bestiame al pascolo. LAUMES: abitano le selve dei paesi baltici e sono incantevoli fate vestite solo dei loro capelli fluenti (elemento magio per eccellenza, basti pensare alla nostra fata Turchina). DREKEZIT: fate calabresi dalla pelle bianchissima (simbolo di purezza e spiritualità) che vivono nelle foreste. Il loro nome è di origine albanese. BELLA M’BRIANA: viene chiamata così a Napoli colei che vive nelle case ma non si mostra mai agli uomini (genio tutelare del focolare). BEATE GENTI: sono le più conosciute fate dei Monti Lessini nel veronese. Possono essere serpi di giorno e trasformarsi in splendide donne di notte. Unico difetto, comune a tutte le fate, quello di avere dei piedi caprini e una coda bovina. SAMBLANA: appare solo sulle vette delle Dolomiti, vestita di un manto celeste. BEATE DONETTE: bravissime erboriste riempiono le favole di tutto il Veneto e il trentino. Cavalcano orsi (i pochi rimasti) e volpi bevendo il latte delle bestie selvatiche. BEFANA: fata o strega? Forse tutte e due, sta di fatto che è la fata più celebre del mondo. Personifica le stagioni, lei che spazza via l’inverno con la sua scopa magica di Nocciuolo per fare posto alla primavera. MARANTEGA: affine alla Befana, è la vecchia che porta i doni ai bambini di Venezia. WILLEWEIS: altra figura canuta del Trentino Alto Adige. Vive nei boschi anche se non disdegna di far visita alle case degli uomini a chiacchierare con loro. LE GWRAGGED ANNWN : sono le più belle tra le fate acquatiche che abitano nel fondo dei laghi del Galles. ITOTOK: vive tra le acque del lago Itaraba , lungo il corso settentrionale del Nilo in Egitto. ESTERELLE: in Provenza (Francia) le donne senza figli vanno a chiedere aiuto a colei che vive in una fontana e prepara una bevanda capace di curare la sterilità. BUDRINA : siciliana è questa fata che vive nelle pozze d’acqua. Una delle particolarità più note del Mondo Fatato, è la caratteristica delle fate di non lasciarsi catturare , grazie al fatto che sanno sciogliersi improvvisamente in una pozza d’acqua per poi ritornare ad essere quello che noi tutti vogliamo che siano.